Chi non ha mai sentito parlare degli estrogeni?
Gli estrogeni, sono ormoni steroidei tipicamente femminili, ma non esclusivamente, che, con la pubertà, portano alla formazione dei caratteri sessuali secondari delle donne, come formazione e aumento del seno, l’allargamento del bacino e infine alla capacità di procreare.
Sono ovviamente degli ormoni fondamentali in tantissime funzioni del nostro corpo, e come accennato sono presenti anche nel genere maschile; principalmente sono prodotti nei follicoli ovarici e nella placenta, ma anche, in piccole quantità, nel fegato e nelle ghiandole surrenali.
Prima che vi spaventiate, amici maschi, sappiate che non avete nulla da temere. Le minime quantità di estradiolo (uno dei principali estrogeni) presenti servono a regolare l’attività del testosterone (il principale ormone sessuale maschile), mantenendo gli equilibri ormonali ideali. Tuttavia (si purtroppo c’è un tuttavia) questi delicati equilibri, che devono rimanere inalterati sia nei maschi sia nelle femmine, sono messi a dura prova al giorno d’oggi.
Viviamo in un mondo letteralmente impregnato di estrogeni. O precursori degli stessi. O sostanze che ne mimano gli effetti, i così detti “interferenti endocrini”.
Possono essere ovunque, dal cibo che ingeriamo, all’acqua che beviamo fino alle materie plastiche di uso comune. E ovviamente il più delle volte ne siamo quasi totalmente inconsapevoli, anche se fortunatamente qualcosa sta piano piano cambiando.
Se doveste chiedervi perché mai ci dovrebbero essere in giro tutti questi estrogeni e ormoni, possiamo provare a fare un breve excursus.
Un allevatore di bovini senza scrupoli decide, di somministrare degli estrogeni ai suoi animali. Una delle tante funzioni degli estrogeni è immagazzinare l’energia convertendola in grasso e aumentare la ritenzione idrica, contribuendo all’aumento del peso corporeo. Quindi il bovino cresce più velocemente, arrivando prima alla taglia commerciale. Le sue carni sono adesso troppo ricche di estrogeni ma, non sapendolo, qualcuno potrebbe mangiarlo. Prima che le carni arrivassero al supermercato, dal nostro povero bovino è stato munto tutto il latte possibile, anche questo molto ricco di estrogeni, che potremmo dare ai nostri figli e figlie, magari sotto forma di latticini e derivati.
Intanto un altro imprenditore, operante nel campo delle stoviglie di plastica, decide di aggiungere un determinato prodotto che serve a rendere la plastica stessa più elastica e malleabile, lo “ftalato”. Questo è perfetto per questo scopo, ma è anche un perfetto “interferente endocrino” poiché molto simile all’estradiolo, soprattutto come effetti.
Vi sembra ancora così difficile entrarvi in contatto?
L’eccessivo accumulo di estrogeni risulta essere un precursore di attività neoplastiche e può inoltre portare ad una alterazione dell’attività tiroidea, ad un accumulo di grasso corporeo, a fenomeni di depressione, disturbi della Cistifellea, ipoglicemia, malattie autoimmuni, osteoporosi, perdita di zinco e a diminuzione, quindi carenza, di progesterone.
No! Niente panico.
Fortunatamente sono state fatte diverse leggi, anche internazionali, per cercare di arginare questo problema dilagante, con severi controlli sulla produzione sia in ambito alimentare sia industriale.
Inoltre esistono una vasta gamma di opzioni efficaci e di valide alternative per contrastare l’accumulo estrogenico nel corpo, e forse la migliore è il progesterone, un ormone naturale che, abbinato a una corretta alimentazione e associato a uno stile di vita sano, è in grado di eliminare gran parte delle disfunzioni causate dagli estrogeni.
Infatti aiuta a regolare i livelli di zucchero nel sangue, quelli di zinco e rame, aiuta nella prevenzione dell’osteoporosi, favorisce l’azione degli ormoni tiroidei, aiuta a bruciare i grassi del corpo ed è un diuretico naturale.
È ottimo per trattare anche le problematiche prostatiche, che si sviluppano principalmente per l’influenza estrogenica.
Assumerlo non è difficile. Viene estratto dalla soia e si può anche trovare in commercio sotto forma di creme apposite e cerotti, poiché la sua assimilazione è favorita per via cutanea. Non abbiate però fretta; per riscontrare i suoi benefici bisogna attendere almeno due o tre mesi dalla prima applicazione.
Oltre alla soia, in natura è presente un’altra pianta eccezionale da questo punto di vista. Il “famosissimo” Agnocasto, forse meglio conosciuto come “pepe falso”, tipico della macchia Mediterranea. Un utilizzo costante di Agnocasto stimola la produzione dell’ormone luteinizzante (LH) che innalza e regola la produzione naturale di progesterone.
Ma di nuovo serve un po’ di pazienza e, anche in questo caso, bisogna aspettare due o tre mesi prima divedere un cambiamento.
Durante l’attesa non sarebbe male prendersi cura di sé in senso lato, mantenendo il corpo in buona salute, facendo attività fisica con costanza e prestando attenzione a quello che si mangia, idratandosi correttamente e assumendo i giusti apporti di vitamine e sali minerali.
Sarebbe eventualmente indicato non eccedere con gli zuccheri perché, oltre a contribuire all’aumento dipeso e alla demineralizzazione del corpo, favorisce la formazione di processi infiammatori. O con la caffeina che causa carenze di vitamine e minerali e ostacola l’assorbimento di ferro; le farine e i cereali raffinati che invece demineralizzano il corpo e irritano le pareti intestinali. E occorre fare attenzione anche ai latticini che, come detto, possono contenere grandi quantità di ormoni e antibiotici, prodotti pro-infiammatori.
Erica
La gente è alimentata dall’industria alimentare, che non bada alla salute, ed è curata dall’industria farmaceutica, che non bada all’alimentazione.
Wendell Berry
No Comments