Alimentazione Naturopatia

Prendersi cura di sé col cibo

Fame. Lo stomaco brontola. Mangiare, subito! Ma cosa? Qualcosa di gustoso, qualcosa di sfizioso, qualcosa di leggero che soddisfi il palato, qualcosa di goloso che però non intacchi la linea. Questo si, questo non mi piace, questo solo se il frigorifero è desolatamente vuoto. Anzi nemmeno, ordiniamo online.

Ma quanto è difficile trovare un regime alimentare che esaudisca tutti i nostri desideri?

Vogliamo dimagrire e rimanere in forma, ridurre il gonfiore addominale e la ritenzione idrica, sopprimere gli eventuali dolori reumatici, rallentare l’invecchiamento del corpo, e, se possibile, anche evitare che i capelli diventino bianchi o cadano. Però mica possiamo/vogliamo rinunciare alla pizza in compagnia, o alle lasagne, a un hamburger o a un gelato, a tutto quello che il cibo porta e rappresenta.

Come era quella canzone? Ah giusto! Sweet dreams are made of this, who am I to disagree?

Ma, ahimè, I do disagree.

La dura verità è che, purtroppo, non si può avere tutto.

Specialmente se vogliamo migliorare le nostre forme, armonizzare il nostro aspetto e rallentare il fisiologico processo di invecchiamento, l’unica soluzione è darsi da fare, con impegno e dedizione. Cercando anche diverse soluzioni che siano più congeniali a noi stessi. Mangiare sì, ma nel modo giusto.

Perciò, poiché siamo tutti uguali ma intimamente diversi, ognuno con le proprie caratteristiche e stile di vita, è raccomandabile seguire una dieta personalizzata, prescritta e supervisionata da un professionista specializzato.

Nessuno però ci impedisce di seguire diete generiche, talvolta anche talmente strampalate da sembrare assurde, che potremmo aver letto nell’ultima inserzione di una rivista di moda o sportiva. Ne esistono tantissime, alcune anche efficaci.

Ma al di là del regime alimentare prediletto e scelto, sarebbe una buona norma prendere in considerazione una dieta che abbia anche proprietà antinfiammatorie, cosi da raggiungere più facilmente gli obiettivi prefissati.

Et voilà, solo la dieta antinfiammatoria ci mancava! E poi in che senso?

Dopo una classica abbuffata vi sarà certamente capitato di avere un po’ di rigurgito, un minimo di aerofagia, o del gonfiore addominale. Queste cose sono dovute a quello che abbiamo mangiato e/o bevuto e che possono aver causato irritazione, quindi infiammazione, a livello gastro-intestinale.

Questa, oltre alle spiacevoli sensazioni intrinseche, porta anche ad una cattiva assimilazione di certi nutrienti facilitando il già fisiologico processo ossidativo, con conseguente rilascio di radicali liberi.

In un’epoca dove il cibo a tavola sembra scontato, non sapendo nemmeno più con estrema certezza la salubrità di ciò che mettiamo in tavola, è diventato estremamente importante imparare a ridurre al minimo le infiammazioni, depurando il corpo da tutti i diversi componenti pro infiammatori che involontariamente assimiliamo.

Non è una dieta in senso stretto, sono delle semplici linee guida che possano essere applicate indistintamente da chiunque, senza bisogno di particolari accorgimenti; semplicemente seguendo questi tre punti fondamentali possiamo iniziare ad avere risultati e a sentirci meglio.

  1. Bere la giusta quantità di acqua

Una banalità?

Può sembrare. Invitare le persone a idratarsi viene detto ovunque, alla tv, sui giornali, alla radio e…anche in questo blog! Tuttavia sono ancora molte le persone che ne sottovalutano l’importanza e non sentono l’esigenza di bere.  Però siamo fatti per circa il 70% di acqua, in pratica delle angurie con l’ansia, e forse qualche cosa significherà.

Ed infatti bere almeno un litro e mezzo di acqua al giorno aiuta il nostro fisico nel suo naturale processo di depurazione, favorendo il corretto funzionamento non solo di tessuti e organi ma anche a livello cellulare.

Eh ma io bevo solo quando ho sete, e se non ho sete non ci penso!

Giusto, vero; ma bere un sorso d’acqua solo quando si ha sete potrebbe non essere sufficiente. Un metodo estremamente semplice potrebbe essere quello di bere due bicchieri pieni di acqua naturale prima di qualsiasi pasto, che oltre a dare un senso di sazietà, aiuteranno a purificare e rimuovere le tossine dagli organi dediti all’assimilazione e alla digestione. Inoltre spesso l’acqua sta sulla tavola quindi forse ci pensa.

Non bevo molta acqua, però diverse tisane durante la giornata, questo andrà bene, no?

Ricorrere a litri e litri di tisane depurative o infusi drenanti non è comunque una pratica raccomandabile, perché essi sono purtroppo dotati di un piccolo quantitativo calorico e di conseguenza vengono metabolizzati dal nostro organismo come alimento.  

E prima che lo chiediate, no le bibite gasate no.

  1. Abbassare l’Indice Glicemico

Se qualcuno non dovesse sapere che cos’è l’Indice Glicemico (IG) e perché è così importante averlo basso, sappiate che è il parametro che ci permette di valutare la velocità con cui il nostro organismo è in grado di digerire ed assorbire i carboidrati contenuti negli alimenti, e come essi influenzino i livelli di glucosio nel sangue.

Esistono migliaia di pietanze e cibi diversi, ognuno caratterizzato dal proprio IG. Semplificando possiamo dire che se un alimento ha un alto IG provocherà un picco di glucosio dopo la sua consumazione, al contrario di uno con IG basso che invece porterà ad un lento e graduale rilascio del suddetto zucchero.

Un picco glicemico porta il pancreas a produrre insulina in modo che sia gestito correttamente ed è per questo che le persone affette da diabete devono per forza iniettarsela; un’alimentazione corretta, che favorisce il mantenimento di un IG basso, aiuta nella prevenzione di processi infiammatori, disfunzioni metaboliche, e malattie reumatiche, contrastando anche l’accumulo di grasso. Oltre ovviamente a facilitare la gestione di patologie più gravi.

Avere costantemente un IG alto, dovuto ad una dieta squilibrata composta soprattutto da un eccesso di carboidrati (sia semplici sia complessi), porta invece a una costante produzione di insulina attraverso i picchi insulinici, e questo può dare luogo a processi infiammatori assolutamente da non sottovalutare nel tempo.

Ma come fare ad abbassare l’indice glicemico nei pasti?

Prediligendo i cereali integrali, accompagnando agli alimenti zuccherini dei carboidrati più complessi o delle proteine, includendo nella dieta alimenti crudi (da consumare preferibilmente prima dei carboidrati), evitando troppe bevande zuccherate e mangiando la frutta, possibilmente con la buccia, e la frutta secca.

  1. Conoscere ed eliminare le intolleranze alimentari.

Prendere coscienza del fatto di avere un problema è il primo passo per risolverlo.

E le intolleranze alimentari sono effettivamente un grosso problema. Conoscerle è fondamentale per migliorare il proprio tenore di vita anche se spesso (e purtroppo) tendono ad escludere alcuni alimenti dalla nostra alimentazione.

Ne esistono molteplici, di diversa natura, complessità e gravità; alcune sono famose e abbastanza comuni come la celiachia con intolleranza completa al glutine (Un minuto di silenzio per tutti voi amiche e amici affetti da questo problema, un mondo senza pizza non è lo stesso ndr.), altre sono più rare e sconosciute come quella al cioccolato (… due minuti di silenzio per voi! Ndr.).

Anche molte problematiche fisiche comuni, come gonfiore addominale o ritenzione idrica, si possono sviluppare assumendo semplicemente alimenti a cui siamo lievemente allergici o intolleranti.

Per quanto lievi è molto importante non sottovalutarle perché, oltre a causarci disagi fisici, debilitano gli organi predisposti all’assimilazione delle sostanze nutritive portando, ad esempio, ad un deficit di vitamine e di sali minerali fondamentali per il nostro corretto funzionamento.

Gli alimenti più conosciuti che danno queste problematiche sono il glutine, il lattosio presente nel latte e nei latticini e i lieviti.

Purtroppo sono presenti ovunque, fanno parte della nostra quotidianità e per di più sono anche buoni! Per cui è comprensibile riscontrare delle difficoltà nel cercare di astenersi il più possibile ma è importate impegnarsi, per custodire il proprio stato di salute.

Fortunatamente esistono sempre più prodotti in commercio adeguati alle esigenze di chi è affetto da qualche intolleranza, ma, come spesso succede, bastano poche e semplici accortezze portate avanti con costanza per migliorare il proprio benessere.  Come appunto prendersi cura dell’intestino, il cui tessuto ha anche il compito di filtrare le molecole che causano ipersensibilità.

Quindi è importante nutrire la flora intestinale con probiotici e fermenti lattici di altissima qualità, evitare di eccedere con il caffè, con lo zucchero raffinato e gli additivi alimentari.

Non sarebbe infine male prediligere i prodotti biologici liberi da composti agrochimici o farmaceutici tossici, che difficilmente ci faranno stare bene.

In fin dei conti qualcuno ha definito l’intestino un secondo cervello, bisogna prendersene cura.

Gli animali si nutrono, l’uomo mangia e solo l’uomo intelligente sa mangiare

J.A Brillant-Savarin

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