Quanti di voi amano il massaggio?
Spero siate in tanti, anche se sono consapevole che non è una cosa gradita a tutti (purtroppo).
La cosa che mi sta rendendo perplessa in quest’ ultimo periodo non sono le persone che non amano trattare il corpo (quella è una scelta personale che non mi permetto di giudicare), ma come sia diventato raro un semplice abbraccio, una carezza o una calorosa stretta di mano.
La cosa che mi preoccupa è come il contatto con i nostri amici, con i nostri parenti o semplicemente con i nostri conoscenti, stia diventando sempre più sterile, asettico.
Sono più che sicura che in relazione a questi eventi, anche con noi stessi, stiamo prendendo sempre più le distanze con la nostra consapevolezza.
Sento sempre più spesso utilizzare queste frasi: ” manteniamo una social distance” oppure: ” quella persona è troppo vicina, sta invadendo i miei spazi personali”,” c’è troppa gente io non vengo”,” non mi piace quando mi toccano persone che conosco appena”, “ quella persona mi ha appoggiato la mano sulla spalla, mi ha dato troppo fastidio!”
Che cosa sta succedendo? Perché ci stiamo isolando?
I social e questo modo on-line ci stanno piano piano allontanando?
Direi proprio di si.
Dalla mia piccola esperienza noto che il distanziamento che stiamo sviluppando con gli altri, aumenta sempre più e va di pari passo con l’aumento dell’inconsapevole distanza che mettiamo verso noi stessi. Dimenticandoci, la vera essenza della vita.
Le persone condividono sempre meno, facendo spazio a quella che è l’era dell’individualismo, scambiando un fantastico rapporto one to one con il loro cellulare, immergendosi in un mondo fatto di marketing e desideri effimeri, distaccandosi sempre più da quella che è la vita vera e la connessione con il proprio corpo.
Cito le parole di Allevi, un grande artista che ho avuto modo di vedere di recente in uno dei suoi splendidi concerti:
“L’uomo ha perso la via, perché non è più interessato a guardare la natura. L’uomo ha perso ste stesso da quando ha smesso di rivolgere il suo sguardo alla luna.”
Quante sono vere queste parole!?
In queste frasi è racchiusa una grande verità: L’uomo ha perso il contatto con il suo sé più intimo.Ha perso i piaceri veri della vita, che non sono racchiusi in un cellulare ma in quello che lo circonda.
Come possiamo recuperare il filo che abbiamo perso?
Torniamo a volerci bene e a coltivare l’arte del “qui ed ora“.
Torniamo indietro a quando eravamo bambini, a quando le coperte venivano rimboccate, alla carezza, all’abbraccio, ai buffetti, alle pacche sulle spalle e anche alle tirate d’orecchie.
Torniamo a quando con il contatto si poteva comunicare amore, aiuto, coraggio e perché no, anche una punizione.
Pensiamo all’abbraccio, per esempio, di una madre.
Il tocco di una madre verso il proprio figlio è un atto magico. In quelle carezze c’è la vita. Il bambino grazie al tocco della mamma riconosce il proprio corpo come un essere distaccato da lei. Capisce i propri confini e comincia a sentirsi e, nel suo sentire, si percepisce come individuo.
Proviamo quindi a ritrovare le vecchie abitudini per non perderci.
Smettiamo di correre e di creare distanze tossiche con gli altri e con noi stessi.
Il contatto è sempre stato uno strumento comunicativo molto potente, più potente delle parole.
Non lo rinneghiamo, altrimenti finiremo ad isolarci e a perderci.
Ricordiamoci quanto era bello sedersi in braccio a un tuo caro, quanto ti sentivi sicuro nelle braccia di un amore.
Ai baci e ai massaggi che venivano fatti sulle ginocchia sbucciate e sui bernoccoli in fronte.
Torniamo a quando con un bacio e con un massaggio il dolore si attenuava e passava tutto.
Il tocco è curativo.
Pensate solamente che in India il massaggio viene utilizzato come strumento curativo e non hanno tutti i torti.
Gli indiani hanno una grande cura della loro anima e della loro spiritualità e, attraverso gli strumenti che la natura offre e all’arte del tocco, cercano di tenere saldo il filo che li lega al grande tutto.
Dobbiamo prendere esempio da loro.
Nelle nostre vite frenetiche è importante cercare di ricavare uno spazio per prenderci cura del nostro corpo e del nostro spirto.
È importante fermarci e dedicarci quell’oretta per ricordarci che siamo corpo e non solo mente.
Ecco perché consiglio come buona abitudine di trovare il tempo per accudire il nostro tempio.
Quello che ho notato, girando per i vari centri estetici o centri benessere, è che purtroppo il massaggio viene venduto solo come strumento per ottenere un risultato estetico senza focalizzarsi sulla vera natura del massaggio.
Ne possiamo trovare di diverse categorie: il massaggio connettivale, il massaggio sportivo, il massaggio drenante e… rullo di tamburi per tutte le donne: Il massaggio anticellulite!
Il massaggio non è solo quello.
Dietro all’arte del massaggio c’è molto di più.
C’è il contatto, la cura per l’altro, il delineare i propri confini, la consapevolezza di sè, il volersi bene e la ricerca del benessere fisico e mentale, il concentrarsi sul “qui ed ora”.
Il massaggio è presenza.
Non dico che i massaggi estetici siano sbagliati, anzi sono molto utili e migliorativi ma è fondamentale ad ogni tipologia di massaggio avere un approccio diverso e quindi cogliere l’occasione per ritrovare il contatto con la nostra parte terrena e anche ritornare alla nostra infanzia, ricordandoci di quell’amore materno che ci ha permesso di aumentare la nostra consapevolezza.
Sono sicura che prendendoci per mano e recuperando il filo perduto, miglioreremo la nostra qualità di vita e, riabituandoci al contatto e al tocco, sono sicura che annulleremo le barriere individuali e ci avvicineremo di più tra noi, ricominciando a condividere e a non avere paura dell’altro.
Foto di Life Of Pix: https://www.pexels.com/it-it/foto/fiori-d-arancio-petalo-sulla-schiena-della-persona-7700/
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